Elena Ferrante e l’inutile arte dello pseudonimo.

Ferrante

Lele Corvi alias Beppe Beppetti, bravissimo disegnatore e vignettista, alcuni anni fa realizzò una serie di esilaranti strisce dedicate alla fatidica frase Lei non sa chi sono io. Come è noto nessuno sa chi sia davvero Elena Ferrante, la nostra scrittrice più venduta al mondo. Chissà poi perché. In molti hanno pensato ad Anita Raja, moglie di Domenico Starnone, mentre il critico e romanziere Marco Santagata ha attribuito la sua identità alla storica Marcella Marmo. Ma non ci sono certezze.

Ma perché si usa uno pseudonimo? Per nascondere la propria vera identità, ovvio.

Ma i motivi? Di solito lo fai per sfuggire ad un pericolo, per diventare un uomo se sei una donna e viceversa, perché sveli con la tua scrittura un segreto troppo pesante, perché fai mercimonio della tua arte e ti dedichi ad una produzione troppo commerciale o in certi casi proibita (lo hanno fatto in tanti), perché fai un altro mestiere e lo scrittore proprio non lo potresti o dovresti fare (succedeva un po’ di tempo fa) mentre in alcuni casi (pochi) è una forma d’arte, un omaggio.

Un esempio su tutti Pablo Neruda che deve il nome a Paul Verlaine e il cognome allo scrittore e poeta cecoslovacco Jan Neruda. E torniamo alla Ferrante. Lei (o lui) dichiarò di aver scelto lo pseudonimo per “non ferire la propria famiglia” per la crudezza di alcuni passi del suo primo romanzo. Scusa letteraria, un po’ artificiale, scarsamente credibile. Non sappiamo chi sia la Ferrante, di sicuro non sta fuggendo da alcun pericolo, non vedo perché dovrebbe nascondere la propria identità sessuale, non sta differenziando la sua produzione narrativa, non rende omaggio a nessuno e non riesco a capire quale altro mestiere dovrebbe proteggere dalla sua intensa e felice attività editoriale.

Ovviamente è un segreto di Pulcinella. In molti lo sanno. A partire dal suo editore ma a tutti conviene non dirlo. In questo ridicolo gioco delle parti, lei concede interviste, scrive opinioni sui giornali, interviene nel dibattuto pubblico. Elena Ferrante ormai è un brand, un marchio di qualità, una strategia di marketing, una condanna.

Ecco perché cara Ferrante lei continuerà a ripetere per sempre, lei non sa chi sono io.