Aprono i Cantieri della Cultura
e diventano
Grandi Progetti Culturali

La conferenza unificata Stato-Regioni e il Consiglio Superiore dei beni Culturali del Mibact hanno espresso parere favorevole al Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” proposto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che prevede, per il 2019, lo stanziamento di 65 milioni di euro per 17 interventi di restauro e valorizzazione di musei e aree archeologiche, biblioteche, poli museali e attrattori culturali.

Questi interventi, si vanno ad aggiungere ai 18 che avevano attenuto l’approvazione la settimana scorsa, portando l’investimento a 133 milioni di euro per un totale di 35 interventi complessivi che coinvolgono la maggior parte delle Regioni italiane.

Come illustrato dal Mibact, questi interventi non hanno lo scopo di mettere in sicurezza, restaurare e valorizzare i parchi archeologici e i giardini storici ma, ambiscono alla creazione di nuovi spazi museali ampliando quelli esistenti, recuperando e destinando alla fruizione culturale edifici di proprietà del demanio dello Stato promuovendo interventi territoriali che per lo sviluppo turistico e sociale.

Come dichiarato dal Ministro Franceschini, questi interventi rispondono ad una visione strategica che vede nella cultura il motore per la crescita del Paese.

Con l’approvazione di questi ultimi interventi, il valore dei cantieri della cultura, attualmente in corso sul territorio nazionale, sale a 3 miliardi di euro.

Il Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” nasce dalla conversione in legge del decreto-legge nr. 83 del 31 maggio 2014, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.

Nello specifico dell’articolo 7, si evince l’adozione, entro il 31 dicembre di ogni anno, del Piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” ai fini della crescita della capacità del Paese, con la finalità di individuazione di beni o di siti di eccezionale interesse culturale e di rilevanza nazionale per i quali sia necessario e urgente realizzare interventi organici di tutela, riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini turistici.

Il Lazio e la Campania sono le Regioni in cui è previsto il maggior numero d’interventi. Nel Lazio riceveranno finanziamenti, tra gli altri, la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte a Roma, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia sempre a Roma e il Teatro Romano di Terracina a Latina.

In Campania prenderà il via la riqualificazione urbana del Rione Sanità con un progetto ambizioso dal titolo “Catacombe di Napoli: una porta verso il futuro” con la creazione, nell’area archeologica, di spazi destinati a molteplici attività culturali, migliorando l’accessibilità al sito e creando percorsi di visita per persone con disabilità motoria.

Affascinate il progetto coinvolgente la Regione Veneto che prevede nuovi interventi di recupero nell’isola di  Lazzaretto Vecchio a Venezia, interventi che proseguono il lavoro cominciato nel 2008 con l’obiettivo di farne la sede del Museo Archeologico Nazionale della Laguna di Venezia. Ricordiamo come l’isola sia divenuta, recentemente, anche location della biennale di Venezia.

Anche il Museo Rossiniano a Pesaro, la Rocca Brancaleone a Ravenna, il Castello di Miramare di Trieste, il Museo italiano del Fumetto e dell’Immagine a Lucca e molti altri ancora, sono protagonisti di interventi in quanto considerati “eccellenze” da recuperare, preservare e valorizzare in quanto la cultura è una delle leve fondamentali per la crescita economica e lo sviluppo dei territori.

Sul sito del Mibact è disponibile l’elenco completo degli interventi con la relativa dotazione finanziaria.

Di ulteriore estremo interesse è l’indagine conoscitiva sulle buone pratiche della diffusione culturale che la Commissione Cultura della Camera concluderà entro il prossimo 30 novembre.

Le buone pratiche esaminande sono il risultato delle proposte dei gruppi politici che siedono in parlamento, con un particolare riguardo a quelle che hanno operato, in quest’anno, nei territori terremotati.

Leggendo il programma si evince che “L’indagine muove dall’idea che le attività culturali, nel loro complesso, costruiscono comunità, per la capacità di attivare e sviluppare percorsi identitari, rendendo vivi e operanti i principi ispiratori dell’articolo 9 della Costituzione”. Importante sottolineare come l’approccio sia di tipo bottom-up quindi partendo dal basso, ascoltando le realtà significative delle attività culturali svolte su tutto il territorio senza introdurre parametri, o limitazioni, dall’alto.

Il fulcro dell’indagine, condotta dalla Commissione presieduta da Flavia Piccoli Nardelli, è l’individuazione di “Buone pratiche messe in campo nel settore pubblico, privato e dell’associazionismo spontaneo, con la conseguente verifica della loro ricaduta in termini di rilancio sociale ed economico dei territori interessati. Occupandosi di un fenomeno ad ampio spettro, l’indagine non si limiterà all’analisi delle esperienze più riuscite, che hanno mezzi per farsi conoscere e apprezzare, ma mirerà a dare visibilità a quei fermenti di vivacità e impegno culturale che promanano da gruppi spontanei, attivi nell’area dell’associazionismo e del terzo settore, e che rappresentano un motore di grande impatto sui territori, sia per le opportunità di impiego che offrono, sia per l’indotto turistico e commerciale generato”.

Confortante constatare come nell’Anno dei Borghi, succeduto all’Anno dei Cammini e precedente all’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, si acuisca la sensibilità verso la valorizzazione del nostro immenso patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico con azioni ed investimenti importanti che vanno nella direzione della crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, pilastro della programmazione europea 2014-2020.