QUANDO I MIGRANTI SONO SOLO DEI BAMBINI

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato e nei giorni della festa del Giglio dell’Ortolano di Noli 2018, la Rete delle grandi macchine a spalla – Patrimonio dell’Umanità ha diffuso un appello-manifesto ai decisori politici e alle agenzie internazionali, -l’ONU, l’UNESCO-Comitato Intergovernativo per il Patrimonio Immateriale, l’ICCAR- International Coalition of Inclusive and Sustainable Cities e la Fondazione Marianna V. Vardinoyannis, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’UNICEF, Save the Children, Amnesty            International, ICRC, Medici senza Frontiere, il Consiglio d’Europa, la Commissione Cultura del Parlamento Europeo,  per richiamare l’attenzione sulla grande tragedia degli oltre 400 bambini morti sulle rotte dei migranti nel Mediterraneo e sulle altre migliaia vittime di abusi, schiavitù, sfruttamento e detenzione nei campi di transito in Africa. Cinquanta milioni sono i bambini in movimento nel mondo sulle rotte migratorie, 28 milioni i bambini allontanati dalle loro case e dai loro affetti a causa di conflitti. Moltissimi sono minori non accompagnati.

Appellandosi ai valori di apertura e di condivisione della Rete e nella piana consapevolezza del grande valore della diversità culturale, la Comunità della Feste e la Rete delle grandi macchine a spalla “dedicano il Giglio dell’Ortolano – Albero della Vita – e la Festa Eterna tutta alla purezza dei bambini e dei ragazzi che hanno perso la loro vita in mare o che si trovano in difficoltà lontani dai loro affetti, alla ricerca di acque calme e porti sicuri”.

 

 

PER UN MARE DI VITA

MANIFESTO DELLA FESTA DEI GIGLI DI NOLA E DELLA RETE DELLE GRANDI MACCHINE A SPALLA PATRIMONIO DELL’UMANITÀ, PER I BAMBINI DELLE TRAIETTORIE MEDITERRANEE

Nel corso dell’ultimo decennio, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Europa ha registrato un drammatico aumento del numero di persone provenienti dai fronti “caldi” del mondo, dell’Africa in particolare.

Profughi di zone in guerra o in calamità naturale permanente provenienti dal Congo, Sudan, Nigeria, Mali e Costa d’Avorio, Etiopia, Siria, Iraq, Afghanistan, Libia hanno generato e generano un movimento continuo che non è più emergenziale e che produce flussi costanti di migranti verso l’Europa che accedono soprattutto dall’Italia, dalla Grecia, dalla Turchia, dalla Macedonia.

 I viaggi della speranza, che gli italiani conoscono molto bene per il loro passato di emigranti globali, si riassumono sostanzialmente nella ricerca della salvezza per chi è costantemente in pericolo di vita e nella possibilità di costruirsi un futuro migliore oltremare, a costo di lasciare affetti, famiglia, identità, storia, paesaggi e soprattutto il “senso” dei luoghi di provenienza, che forgiano l’essere e l’esistenza di ognuno di noi. I Paesi di prima accoglienza, di transito e di destinazione sono moralmente chiamati a rispondere alla tutela di diritti umani che questo doloroso fenomeno impone.

 I bambini, soprattutto i minori non accompagnati, sono particolarmente a rischio di discriminazione ed esclusione. Troppi sono i bambini che hanno perso la vita nel nostro Mar Mediterraneo, che è un mare circolare che dovrebbe includere e non dividere.

La solidarietà è ancora una scelta di valore. Le comunità della Festa dei Gigli di Nola e della Rete delle grandi Macchine a spalla italiane Patrimonio UNESCO – nella piena consapevolezza che la diversità culturale sia un valore da salvaguardare a beneficio dell’identità dell’uno che si completa e si arricchisce nella relazione con l’altro, nel pieno rispetto delle peculiarità di comunità, gruppi e individui; – sulla base dei principi che hanno animato ed animano l’essenza stessa della Rete, che vedono nel dialogo e nell’apertura i suoi elementi portanti; – nel pieno svolgimento del Piano di salvaguardia condiviso della stessa Rete che individua un obiettivo importante nella divulgazione dei principi e delle politiche dell’UNESCO finalizzate a tutelare i diritti umani anche attraverso i valori che si ricollegano alla forza del patrimonio culturale per dirimere i conflitti e le contrapposizioni tra comunità, gruppi, Nazioni; – nella convinzione che il Mediterraneo sia un unico contesto di straordinaria vitalità, in cui non una civiltà ma una serie di civiltà hanno trovato la loro sintesi che contraddistingue il nostro essere oggi “Popolo del Mediterraneo” si dichiarano contro ogni forma di ostilità, sfruttamento, abuso, violenza che abbia come destinatari bambini inermi che da soli o con i loro genitori solcano le acque del Mediterraneo, vittime inconsapevoli di un’immane tragedia sociale ed umana; esortano le comunità d’eredità del patrimonio culturale immateriale italiano riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, che ben capiscono il valore della relazione e del dialogo, ad individuare insieme e condividere una comune linea di attenzione a questo delicato problema; richiamano i decisori politici, così come le grandi agenzie e organizzazioni internazionali – l’ONU, l’UNESCO-Comitato Intergovernativo per il Patrimonio Immateriale, l’ICCAR- International Coalition of Inclusive and Sustainable Cities e la Fondazione Marianna V. Vardinoyannis, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’UNICEF, Save the Children, Amnesty International, ICRC, Medici senza Frontiere, il Consiglio d’Europa, la Commissione Cultura del Parlamento Europeo- a riservare attenzione massima ai bambini degli esodi moderni che spesso pagano con la vita scelte obbligate, ciò che si configura come un grave crimine contro l’umanità ed ipoteca al futuro della stessa; dedicano il Giglio dell’Ortolano – Albero della Vita – e la Festa Eterna tutta alla purezza dei bambini e dei ragazzi che hanno perso la loro vita in mare o che si trovano in difficoltà lontani dai loro affetti, alla ricerca di acque calme e porti sicuri. Il Giglio della Corporazione degli Ortolani vuole essere simbolo di pace, unione e fratellanza contro ogni guerra, violenza, povertà. Ricordando l’epopea di San Paolino che libera i nolani dalla schiavitù esprime, nella sua simbologia, l’esigenza umana del porto tranquillo raffigurata nelle mani che si protendono e che molto richiamano le braccia dei migranti che incontrano quelle dei soccorritori. Il girotondo che abbraccia un mondo circolare nel secondo pezzo della complessa Macchina è l’emblema del gioco per eccellenza di un’infanzia povera e, in questo caso, negata, come metafora della follia della guerra e di tutto ciò che improvvisamente e tragicamente ferma la vita e il gioco dei nostri bambini. Gli arabeschi che adornano l’intera struttura sono il collegamento plastico con una cultura solo geograficamente distante, che ridisegna il Mediterraneo come luogo di incontro di Civiltà, di scambio culturale tra persone, spazio comune tra i Popoli.

20 giugno 2018, World Refugee Day