Levanto Music Festival 2024. Lo Yasemin Ensemble racconta il Mediterraneo

Yasemin Ensemble

Una musica che apre porte, costruisce ponti e unisce culture diverse provenienti dalle varie sponde di quel Mar Mediterraneo che, negli ultimi decenni, è separato da muri e insanguinato da guerre e stragi. Stasera, 30 luglio, alle 21.30, presso la Loggia Medioevale di Piazza del Popolo, a Levanto, è in scena l’utopia musicale dello Yasemin Ensemble.

La sesta serata della trentatreesima edizione del Levanto Music Festival – Amfiteatrof, la rassegna musicale organizzata da Officine del Levante e dedicata al violoncellista Massimo Amfiteatrof, di cui MEMO è media partner, che si svolgerà a Levanto fino al 28 agosto 2024, si intitola Chiavi andaluse, chiavi mediterranee.

Lo spettacolo porta in scena un ricco repertorio dal Mare Nostrum che si muove tra la musica arabo-andalusa, il repertorio ebraico sefardita, la canzone e la poesia araba, la musica strumentale ottomana e il repertorio greco, e più in particolare di Smirne.

“Sarà un onore grandissimo per noi presentarlo nella Loggia Medioevale di Piazza del Popolo di Levanto, un luogo che ha ricevuto dall’UNESCO il titolo di Monumento testimone di cultura e pace – commenta Alessandra Ravizza, linguista e cantante dello Yasemin Ensemble –. Tutta la nostra ricerca artistica si basa sulla ricerca di chiavi, artistiche, musicali, fatte di parole, di poesie, di melodie, che siano in grado di riaprire delle porte e ricordare un tempo in cui persone di fedi, di tradizioni culturali e di lingue diverse facevano musica insieme, facevano ricerca scientifica insieme, facevano arte insieme”.

La figura dell’esule che conserva le chiavi della propria casa, tramandandole di generazione in generazione, viene trasposta dal Yasemin Ensemble in una ricca metafora musicale. La musica, come una chiave, apre le porte delle case mediterranee e testimonia il legame con la terra natìa, ma se le chiavi appese al collo degli esuli possono andare perdute, le “chiavi musicali” riescono ad attraversare i secoli e ad aprire, con poche note, lo spazio del ricordo, della storia, del sogno e delle emozioni.

Le chiavi del Yasemin Ensemble aprono le porte delle case di Sepharad (denominazione della Penisola Iberica in lingua ebraica medievale), abitate dagli ebrei sefarditi cacciati definitivamente nel 1492, ma anche degli arabi musulmani andalusi che furono espulsi nello stesso anno dalla loro amata al-Andalus (parola araba che indica la Penisola Iberica sotto dominazione musulmana in epoca medievale).

Il repertorio sefardita e il repertorio arabo andaluso, tarab andaloussi, risuonano ancora oggi nei discendenti degli esuli di al Andalus e di Sepharad: un luogo d’incontro e di scambio in cui i sovrani illuminati musulmani attiravano nei loro regni artisti, intellettuali, scienziati e musicisti da tutto il Mediterraneo, offrendo inoltre protezione e incarichi di prestigio agli ebrei perseguitati dai sovrani cattolici.

Le chiavi del Yasemin Ensemble seguono l’andamento della storia del Mare Nostrum e aprono le porte delle case dell’Impero Ottomano ma anche delle famiglie greche di Smirne, obbligate nel 1922 ad abbandonare le loro millenarie ed amate terre e di tutte le famiglie palestinesi che a partire dal 1948 hanno dovuto lasciare per sempre la loro terra.

Il senso di questo spettacolo è chiaro secondo Alessandra Ravizza: “È un modo per contrastare la costruzione di muri che circondano i Paesi del Mediterraneo, o le bombe che oggi colpiscono i popoli del Mediterraneo, e non è un caso che il titolo Chiavi andaluse, chiavi mediterranee sia ispirato dalla lettura del sommo poeta palestinese Mahmud Darwish”

Un ensemble straordinario, di cui fanno parte anche Franco Minelli all’oud (liuto arabo), Marika Pellegrini alle percussioni, Angela Zapolla al violoncello e Jamal Ouassini (Direttore dell’Orchestra Arabo-Andalusa di Tangeri) al violino, trasporterà il pubblico nell’intimità dei racconti delle donne di al-Andalus o Sepharad, dei loro canti d’amore, delle loro ricette, delle loro preghiere e dei loro litigi. Fra lacrime, risate e riflessioni, lo spettacolo racconta il passato per ripensare il presente.

L’ingresso è libero e gratuito, come per tutti gli appuntamenti in programma. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del Levanto Music Festival – Amfiteatrof.
Per maggiori dettagli, è disponibile la scheda del concerto sul sito della rassegna.