A Fotografia Europea 2016, Paolo Gioli e le sue Nature attraverso
A Palazzo dei Musei (Via Spallanzani, 1 Reggio Emilia) fino al 10 luglio, gli spazi e le raccolte dei Musei Civici di Reggio vengono (ri)raccontate e (re)interpretate nella mostra “Nature Attraverso” di Paolo Gioli: una serie di opere inedite realizzate apposta per Fotografia Europea 2016 dal grande maestro della fotografia italiana e internazionale, nonché pittore e regista, attraverso il fotofinish, “una tecnica – come spiega lo stesso Gioli – che ho iniziato a utilizzare e reinventare nei primissimi anni Settanta. La linea-fessura tradizionale posta nella finestrella d’entrata della fotocamera viene sostituita da un frammento d’immagine fissa attraverso la quale viene ripreso, sempre con pellicola 35 mm, un volto in movimento che si troverà in “combutta” con e decostruito da, l’immagine fissa: le nature, appunto, riprese nel Museo Spallanzani”.
Lazzaro Spallanzani fu un importante scienziato della seconda metà del Settecento protagonista del celebre racconto di Hoffman, L’uomo della sabbia, al centro delle teorie psicanalitiche del perturbante, ma anche profetica visione del rapporto occhio/macchina fotografica.
“Ecco allora che – come spiega Elisabetta Farioli, direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia – le straordinarie e ambigue storie dell’uomo della sabbia che cava gli occhi ai bambini che non vogliono dormire, del repertorio di occhiali e binocoli dello strano ottico Coppola, di Olympia, meravigliosa bambola meccanica dallo sguardo fisso costruita dallo stesso Spallanzani, destinata a essere distrutta e privata degli occhi, rivivono come imprevisto contesto alla visione delle immagini di Gioli”.
Con questo progetto le immagini dei volti si scontrano e intersecano con gli oggetti, remoti e storicizzati, del museo, luogo da intendersi come “memoria”. Puntualizza poi Elisabetta Farioli: “Nell’attraversamento dei suoi volti con le forme del museo (tratte dal mondo della natura e della storia), il processo fotografico di Gioli opera compenetrazioni dinamiche e ininterrotte e, nello slittamento dei significati (che sembra procedere in parallelo con il trascinamento della pellicola), si fa invenzione di altre possibili realtà. L’essenzialità del bianco e nero, anzi del nero interrotto da forme di luce, accentua la forza e a tratti la violenza dell’operazione, creando un immaginario allucinato e perturbante”.