Il Pollino dove il linguaggio dell’arte ti apre al paesaggio

Il Pollino dove il linguaggio dell’arte ti apre al paesaggio

Lo scavo nella terra di Anish Kapoor, la giostra di Carsten Höller, il Teatro Vegetale di Giuseppe Penone. “Favorire la crescita culturale del territorio del parco del Pollino, promuovendo ogni forma di espressione artistica, soprattutto contemporanea”, è questo lo scopo dell’Associazione ArtePollino, nata cinque anni fa da un’idea di Gaetano Lofrano. Guida ufficiale ed esclusiva del Pollino, nonché operatore dell’educazione ambientale, Gaetano si occupa dal 1995 di sviluppo locale, culturale, cooperazione ed ecoturismo. Dal 2008 è anche presidente dell’Associazione. «Il Pollino ti mette continuamente in discussione, è un territorio molto grande dove non smetti mai di studiare, imparare, scoprire. E in un contesto così ricco di cultura, tradizioni e natura, proprio il linguaggio dell’arte contemporanea dà modo di sperimentare il territorio in modi sempre nuovi. Il Pollino è un luogo dove il linguaggio dell’arte ti apre al paesaggio». Per questo motivo se gli chiedete quale sia l’esperienza da fare assolutamente, la sua risposta non può non mettere insieme arte e territorio: «Un giro sulla giostra creata da Carsten Höller a San Severino Lucano su Timpa della Guardia, magari di notte. Oppure una visita all’istallazione “Earth Cinema” che Anish Kapoor ha realizzato nel complesso termale di Latronico: un “taglio” di 45 metri di lunghezza scavato nella terra, in cui le persone possono entrare ed ammirare da una feritoia lo straordinario paesaggio naturale che le circonda. Oppure invito tutti alla sede dell’Associazione per “leggere” le storie della gente del Pollino ricamate da cento donne del luogo sui cuscini di Claudia Losi, un’installazione che ricorda le masse di lava, i “pillow” di Timpa delle Murge». Il suo luogo della cultura “del cuore” (ce ne sono tantissimi, tende a precisare) sono le cinque grotte di Calda a Latronico: «Ci entri e tra stalattiti e stalagmiti trovi reperti preistorici che vanno dal 8000 al 1300 a.C.». La sua foto ricordo è a Timpa Forata, una parete di pietra arenaria nel comune di Noepoli, «qui, nel periodo di fioritura della ginestra la parete diventa completamente gialla». Ovviamente anche il sapore del Parco è legato alla cultura del territorio: «Consiglio la ricotta acidula albanese perché è il frutto di una lavorazione antica, portata nel Pollino dalle comunità arbëreshë. La cagliata viene tagliata con una spada in legno ciliegio. E questo taglio di spada la rende misteriosamente morbida e le attribuisce una profumazione particolare». Anche questa è arte, anche questo è paesaggio.

 
Associazione ArtePollino
via Dante, 34
85043 – Latronico (PZ)
TEL 0973.859455