Perché informarsi significa conoscere e conoscenza è sinonimo di libertà.

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Ho visto gli ultimi dati di vendita dei giornali. Stiamo parlando di cifre che ormai hanno il valore della testimonianza. Lo dico con dispiacere, persino con dolore. In fondo faccio il giornalista e quella è stata a lungo tutta la mia vita.
Lo dimostra l’esperienza quotidiana. Sino a qualche anno fa sotto l’ombrellone i quotidiani erano tanti. Se prendevo Repubblica era facile che il mio vicino avesse il Corriere e al bar trovavi sempre i giornali locali e la Gazzetta.
Adesso non ne vedo più nemmeno uno.
Questione del (poco) tempo che abbiamo a disposizione? Della dittatura del digitale?
Della qualità pessima del nostro giornalismo? Di Google? Oppure è una semplice questione economica perché non abbiamo i soldi per comprarli questi benedetti giornali? E poi conosco le obiezioni, i giornali si sono suicidati, sono faziosi, non sono indipendenti, sono marchettari. I giornalisti poi hanno perso dignità e autorevolezza, sono sottopagati, precari, maltrattati, indifesi.
Niente di tutto questo.
O meglio non è solo per questo.

Perché se i quotidiani ormai sono spariti anche i tg della vecchia e cara tv non se la passano benissimo.
Il bisogno di informazione però non è calato. Anzi.
Le persone oggi dichiarano di essere più informate di prima.
O almeno credono di esserlo.

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Si informano per sentito dire senza più distinguere il vero dal falso. Si informano senza sapere più cos’è davvero una notizia.

Si informano sul web e lo fanno dallo smartphone ma la loro fonte principale di informazione sono i social, Facebook, Instagram e Linkedin su tutti. Sapendo come funziona il feed news di Facebook o quello di Google (avete tutti una gmail, giusto?) scopriamo che anche l’informazione è solo un algoritmo servito sul piatto dei tuoi interessi personali. Qualunque essi siano.
Tutto il testo molto semplicemente non esiste.
Può progredire una società che non sa più valutare la gerarchia e l’importanza della verità?
La domanda è persino più retorica della risposta ma questo è quello che sta accadendo.
C’è un luogo che può invertire la tendenza?
Si, è la scuola.

Perché informarsi significa conoscere e conoscenza è sinonimo di libertà.
La scuola deve dare a tutti gli strumenti per esercitare il diritto di essere liberi.

Ma bisogna imparare a farlo.
Iniziando a leggere un giornale.