Siate sinceri. Vi è davvero mancata la cultura?

Quanto tempo è ormai passato e passerà? canta Francesco Guccini. Noi lo sappiamo. Più di un anno senza teatri, cinema, mostre, concerti, musei. Senza le piazze piene dei festival culturali, i saloni, le fiere, le presentazioni di libri. Da più di un anno la cultura vive di surrogati , app e piattaforme digitali con l’elemosina di qualche prima serata della tv pubblica.
A nulla sono serviti gli appelli. A nulla è servito adeguare le strutture alle norme di sicurezza sanitarie. A nulla è servito certificare che nessuno si è mai contagiato in un cinema o durante la visita a un museo.
La cultura doveva chiudere. E non sappiamo quando tutto questo finirà.
Si dirà. Succede lo stesso per lo sport, il turismo, i trasporti, i ristoranti, i bar, gli alberghi. Con una differenza. Torneremo sicuramente a viaggiare, in vacanza, a cena fuori, a prendere l’aperitivo. Torneremo a farlo perché ne abbiamo davvero sentito la mancanza.
Ci è mancata davvero anche la cultura?
O stiamo imparando a vivere senza?
Intanto l’industria culturale e creativa, che era già alle prese con una progressiva diminuzione di investimenti pubblici e privati, si trova oggi di fronte a tutte le sue drammatiche contraddizioni. Il covid ha solo accelerato una crisi occupazionale, economica e identitaria che viene da molto lontano. I rider della cultura, gli invisibili senza bicicletta, i cottimisti di palchi e set, precari da sempre e non per vocazione, le partite iva senza coperture e ristori ormai hanno perso ogni tipo di prospettiva.
E se ci chiediamo a cosa serve la cultura, siamo sicuri di saper dare una risposta vera, di mercato e di senso compiuto a questa domanda?
Conosciamo il suo valore tangibile e intangibile? Sappiamo definire il suo ruolo tra identità, bene comune, coesione, comunità, tradizione, innovazione, benessere e intrattenimento?
Sentiamo di averne realmente bisogno?
E poi di quale “cultura” parliamo? Musei, libri, scuola, film, mostre, fumetti, teatro, musica, fotografia, paesaggio, sapori, viaggi, arti performative, memoria, architettura, formazione, festival, design, digitale, tradizioni, videogiochi, radio, arte contemporanea, narrazioni, linguaggi, concerti, sperimentazioni, contaminazioni.
Siate sinceri. Vi è davvero mancata la cultura?