Consigli sostenibili per un viaggio intelligente. Anche a Natale
Le destinazioni tipiche delle feste di Natale in Italia, si sa, sono le montagne innevate o le luci delle grandi città. Luoghi che, comunque, presentano maggiori criticità in termini di impatti anche al di fuori di questi periodi ma che, sotto le forti pressioni dei flussi possono anche subire danni, di certo rendere insoddisfatti i residenti e fornire al turista un’esperienza meno soddisfacente. È possibile in questo periodo rendere le scelte di viaggio più consapevoli, optando per alternative che tutelino maggiormente quel territorio e che soddisfino il turista più sensibile?
Mete sciistiche: Paradisi innevati e overtourism natalizio
Le più note località sciistiche italiane, come Cortina d’Ampezzo, Madonna di Campiglio, Ortisei, Livigno e Sestriere, attirano ogni anno migliaia di turisti in cerca di sport invernali e atmosfere festive. Gli impatti di questo flusso sono consistenti e in un arco di tempo limitato: quello che va dal ponte dell’Immacolata, fino a tutte le vacanze natalizie. Tra l’offerta dei mercatini di Natale e le piste da sci prese d’assalto, a Campiglio, nell’ultimo anno, per rendere l’idea, si sono sfiorati 20 mila ingressi solo nel primo sabato del Ponte dell’Immacolata. “Ci sono situazioni di picco al limite della sostenibilità in questi contesti e in questi periodi – spiega Matteo Bonazza, direttore di Progetto turismo, società di consulenza trentina specializzata nello sviluppo del territorio e della sua offerta turistica, e presidente di G&A Group – ma in alcuni casi è corretto osservare i flussi nell’interezza per poi trovare le soluzioni per rafforzare alcuni segmenti oppure per cercare di gestire le criticità”. “Nel ponte dell’Immacolata 2023 sono state stimate 100 mila presenze con il 95% degli alberghi sold out. Code ai ristoranti e ai bar, vie praticamente bloccate. Poi il grande esodo con l’altissima concentrazione di vetture e un volume di traffico elevatissimo, in particolare lungo l’asta dell’Adige ma con code e rallentamenti praticamente lungo tutte le principali arterie provinciali”.
Queste destinazioni, nel periodo invernale, altre durante l’estate, sperimentano una fase di picco dei flussi e diventano degli hotspot territoriali. E qui entrano in gioco la salvaguardia della zona e la necessità di ricercare un equilibrio per una corretta convivenza tra turisti e residenti, questi ultimi potrebbero infatti sviluppare una specie di resistenza a fronte dei disagi causati da una frequentazione eccessiva. “Ecco che in generale si può lavorare sul contorno per evitare un assalto – aggiunge Bonazza – sviluppare un pensiero strategico per arrivare il più possibile a una fruizione durante tutto l’anno, attraverso una regolamentazione dei flussi in grado di garantire una migliore gestione della destinazione”.
Quali sono gli impatti
Il consumo di risorse più consistente si ha ovviamente per l’energia e l’acqua, nelle aree sciistiche e per il funzionamento di tutti gli impianti: anche solo la produzione di neve artificiale richiede enormi quantità di acqua e energia. Le infrastrutture per il turismo, gli impianti sciistici e le piste, ovvero tutte le opere di sbancamento e modifica dei pendii, ma anche i mezzi che di notte preparano le piste, la musica dei locali di alta quota o il rumore dei cannoni che sparano la neve, il passaggio costante dei turisti, modificano irreparabilmente gli habitat e compromettono l’equilibrio degli ecosistemi montani.
C’è poi un problema di carico sulle infrastrutture, le arterie stradali di valle o di vetta non sono in grado di contenere grandi flussi di traffico. Con un conseguente incremento delle emissioni di CO2, e con tutte le difficoltà del trasporto pubblico che è spesso sottosviluppato in queste aree montane.
“Nel modello montano invernale, incentrato sullo sci, c’è ancora un certo immobilismo, soprattutto nel valutare il segmento extra-neve. Ogni stagione, per esempio, si rinnovano e si sostituiscono alcuni impianti. E se ogni anno si destinasse il costo di un impianto, mediamente 10 milioni, per sviluppare iniziative alternative in qualche destinazione? È un modo per avviare una transizione e per diversificare l’offerta” propone Matteo Bonazza.
L’intera filiera deve analizzare e valutare le prospettive sul fronte del turismo per trovare una via di sviluppo adatta alla crisi climatica, costruita attorno ai punti di forza e delle potenzialità. In sintesi arrivare pronti, magari essere leader di un segmento e dei precursori di un modello sistemico. “Il cambiamento arriva per ispirazione, imitazione o disperazione, ma quest’ultimo in particolare è pericoloso”, conclude Bonazza.
Un turismo diverso anche in questi periodi
E se questo è il lavoro che aspetta le destinazioni, come possono regolarsi i turisti fin d’ora? Ci sono per loro, in questi periodi e in luoghi tipici del Natale, alternative più sostenibili? Sicuramente occorre supportare per individuare destinazioni meno frequentate: optare per località meno affollate che praticano un turismo sostenibile e promuovono la tutela ambientale come Policies, e quindi marchio caratterizzante. Ma non solo, per quanto riguarda le attività outdoor da praticare in montagna, invece di sciare, si possono scegliere: escursioni, ciaspolate o pratiche come il snowshoeing, che hanno un impatto minore sull’ambiente.
Molte valli delle montagne italiane hanno potuto mantenere una certa vivibilità grazie allo sviluppo dello sci alpino, non esiste quindi una politica ambientale contro gli impiantisti, ma ormai da tempo si assiste a un continuo aumento, anche in aree naturalistiche e paesaggistiche più delicate, di strutture e impianti. Questo è un aspetto da prendere in esame subito, per poter ripianificare, nelle destinazioni. Un habitat così modificato, anche qualora restituito, avrà perso le caratteristiche che lo rendevano un ecosistema. e non potrà ritornare, in tempi ritenuti accettabili da una generazione, ad esserlo.
Le mete innevate ecofriendly esistono?
Si chiamano Valli perdute, ma in un senso buono, perdute dalle rotte principali, che hanno il pregio di aver saputo mantenere intatto il loro aspetto: boschi, prati, torrenti, laghi, masi e poco hanno concesso alle modifiche e ai cambiamenti d’uso del territorio. Val Giovo, Val d’Ultimo, le Valli Bresciane, e poi, anche se più note ai turisti: Val Aurina, Val di Funes, e Val di Fiemme, o anche Pila (in Val d’Aosta). Per citarne alcune, poche rispetto al potenziale che abbiamo, che meno hanno modificato, che non sono interessate dai grandi flussi. Mete che, in aggiunta magari: offrono alternative allo sci, promuovono escursioni invernali, altri sport, che lavorano per la mobilità elettrica, usano fonti rinnovabili nei rifugi e nelle strutture ricettive, conducono progetti di riforestazione per preservare l’ecosistema locale.
Bormio, è un’altra località che seppur con numeri importanti, ha adottato un approccio alla sostenibilità che include la valorizzazione delle risorse idriche e geotermiche, fondamentali per il benessere e il turismo termale. E che, oltre allo sci, ha creato numerose opportunità di trekking e percorsi di passeggiate nel suo Parco nazionale.
La buona notizia quindi è che esistono ancora “oasi” un po’ più segrete dove godere della natura, della buona cucina, dello sport, della lentezza, e dove poter anche stare in (quasi) solitudine.
E le grandi città?
Le città italiane, come Roma, Milano e Firenze, illuminate da mercatini di Natale e eventi festivi, costituiscono mete preferite da tanti italiani sotto le feste, e proprio per questo non nascondono problematiche di sostenibilità. Affollamento e inquinamento, surplus della produzione di rifiuti, consumi energetici alle stelle, tra le illuminazioni festive e i riscaldamenti.
Se da un lato anche le città italiane più grandi “si attrezzano” per fare la loro parte, offrendo eventi e mettendo in piedi attività e iniziative di sensibilizzazione all’ambiente, il viaggio più sostenibile – in questi periodi – è sicuramente un viaggio da turista slow e fuori da queste rotte.
È chiaro che, se il periodo non si può cambiare, ci sono alternative sostenibili, mete diverse che possono essere altrettanto suggestive e ricche di storia e cultura.
Mentre ci prepariamo a programmare i viaggi di Natale, diventa fondamentale riflettere sulle scelte di viaggio; con un po’ di pianificazione, ogni turista ha il potenziale di trasformare il Natale in viaggio in un percorso meno impattante e sicuramente più unico.
Le app di AI che ci supportano nella scelta più sostenibile
Con l’avanzamento della tecnologia, alcune app di intelligenza artificiale stanno emergendo come strumenti preziosi per i turisti attenti all’ambiente. Si chiamano: Green Travel App, TripIt, Sustainable Travel International, ma anche Airbnb e Booking.com si sono “modificate” per dare informazioni utili in base alle esigenze del turista attento e sensibile a questi temi.
Green Travel App
Questa app consente di pianificare viaggi sostenibili, suggerendo itinerari che minimizzano l’impatto ambientale e promuovono il turismo responsabile. L’utente può inserire la propria destinazione e gli interessi (ad esempio, escursioni, ristoranti biologici, alloggi eco-friendly) e l’app restituisce un elenco di opzioni sostenibili, itinerari consigliati e attività rispettose dell’ambiente.
I turisti ricevono recensioni e punteggi basati su criteri di sostenibilità, come l’uso di energia rinnovabile o pratiche di riduzione dei rifiuti. Ad esempio, un agriturismo che utilizza prodotti locali e ha implementato il compostaggio riceverà punteggi più alti. Un turista che visita la Val di Fiemme utilizzerà la Green Travel App per trovare un ristorante che offra piatti a base di ingredienti biologici locali. L’app lo indirizzerà a più locali in zona che hanno “accumulato” recensioni per la loro sostenibilità.
TripIt
Non nasce specificamente per la sostenibilità, ma può aiutare a organizzare i viaggi in modo più efficiente, suggerendo opzioni di trasporto pubblico e itinerari a basso impatto.
L’utente può inserire tutti i dettagli del viaggio, comprese le prenotazioni di voli, hotel e trasporti e l’app genera un itinerario completo: suggerendo i mezzi di trasporto più sostenibili per raggiungerlo, come tram o autobus. Un viaggiatore che sta pianificando un weekend a Milano e usa TripIt per organizzare il proprio itinerario, può scoprire che il suo hotel è facilmente raggiungibile tramite mezzi pubblici, evitando così di noleggiare un’auto o cercare taxi.
Airbnb e Booking.com
Utilizzando i filtri di ricerca, gli utenti possono selezionare “Eco-Friendly” per trovare alloggi che soddisfano i criteri di sostenibilità stabiliti dalla piattaforma. Ogni annuncio di alloggio eco-friendly include dettagli sulle pratiche sostenibili adottate, come il riciclo, l’uso di energie rinnovabili e l’offerta di prodotti locali. Le recensioni degli ospiti spesso evidenziano queste caratteristiche. Durante un soggiorno a Firenze, un turista consulta Airbnb per cercare un appartamento eco-friendly. Le recensioni menzionano l’uso di prodotti di pulizia ecologici, la presenza di un sistema di raccolta differenziata e l’approvvigionamento energetico anche tramite pannelli fotovoltaici, in modo da poterlo qualificare effettivamente come rispettoso dell’ambiente.
Simile ad Airbnb, come impostazione, anche in Booking gli utenti possono filtrare le strutture per trovare opzioni definite più ecologiche e sostenibili. Booking.com fornisce un simbolo “Eco-Friendly” accanto alle strutture che soddisfano determinati standard di sostenibilità e, inoltre, include dettagli su certificazioni ambientali e pratiche di riduzione dei rifiuti.
Sustainable Travel International
L’app offre consigli e risorse per viaggiatori che vogliono ridurre la loro impronta ecologica e fare scelte informate. L’app offre risorse e informazioni su come farlo, con suggerimenti su pratiche più rispettose dell’ambiente. Gli utenti possono accedere a guide pratiche su come ridurre la propria impronta di carbonio durante il viaggio, come optare per viaggi in treno invece di voli, o scegliere ristoranti che utilizzano ingredienti locali e biologici.
Ripensare il viaggio di Natale
Nel periodo natalizio le mete preferite in Italia si sa che sono le grandi città d’arte e la montagna. Le destinazioni più note in questi contesti sono, di conseguenza, ancor più sotto pressione, con il rischio costante di overtourism. Se da un lato le destinazioni possono agire in un contesto di sistema più ampio, promuovendo luoghi vicini ma non sovraffollati, ci sono azioni parallele che le destinazioni e le strutture possono mettere in atto per limitare gli impatti, agendo e progettando nuovi sistemi di risparmio e utilizzo, risorsa per risorsa. Prevedere i flussi e direzionarli è sicuramente un vantaggio incredibile per una destinazione, per la sua sostenibilità, specie per le aree più sensibili della montagna e per le grandi città italiane a Natale. Le app di IA sono in grado di monitorare questi flussi e dare indicazioni, prevedendoli, in modo da poter agire per tempo, per reindirizzare, per ridistribuire. Ma le app di intelligenza artificiale possono anche semplificare e migliorare l’esperienza di viaggio dei turisti attenti all’ambiente, fornendo risorse utili e suggerimenti pratici per fare scelte più sostenibili, cercando di anticipare le attese. Molte sono le mete ricche di opportunità di sport invernali, di luci ed eventi natalizi e di storia, dove è possibile vivere la vacanza in un approccio slow e rilassato: il turista deve poterle conoscere per individuare la sua esperienza unica e più sostenibile.