Volevo essere un chitarrista rock

Il personaggio Vincenzo Malinconico difensore delle cause perse e filosofo involontario (per sua stessa ammissione) assomiglia molto al suo autore e creatore, lo scrittore napoletano Diego De Silva. Ma se l’avvocato d’insuccesso dice di se “Non ci tengo a sapere i fatti miei”, lo scrittore e sceneggiatore, stimolato dal Questionario Culturale di MEMO qualche fatto suo ce lo racconta. Se la sua vita fosse un film? Non andrei a vederlo
Una frase del suo ultimo libro
L’amore è uno scambio di colpe.
La più bella frase che ha letto in un libro?
“Tante persone che conoscevamo di vista erano morte o scomparse durante quelle settimane – incidenti di macchina, Aids, omicidio, overdose, travolte da camion, cadute o forse spinte dentro vasche piene di acido – al punto che l’ammontare delle cifre spese in corone funebri sulla Visa di Chloe si aggirava sui cinquemila dollari. Io ero bellissimo” (Bret Easton Ellis, “Glamorama”).
Il ricordo più bello della sua infanzia?
L’odore di casa dei miei nonni.
Il primo film che ha visto al cinema? E l’ultimo?
Il primo non lo ricordo. L’ultimo, “Somewhere”, di Sofia Coppola.
Che libro ha sul comodino?
“Solar” di Ian Mc Ewan, e “Autobiografia della mia infanzia” di Ugo Cornia.
Il luogo migliore dove leggere
Il bagno.
La prima memoria culturale?
Mio nonno che mi raccontava “I miserabili” mentre passeggiavamo lungo la città vecchia.
ll suo attuale piacere culturale preferito?
Andare a cena con persone che dicono cose interessanti.
Se la sua vita fosse un film?
Non andrei a vederlo.
Se la sua vita fosse un libro?
Somiglierebbe a quelli di Vincenzo Malinconico.
Se la sua vita fosse una canzone?
Vorrei che fosse scandalosamente lunga. Roba da domandarsi: “Ehi, ma quando finisce?”.
Se la sua vita fosse un quadro?
I posatori di parquet, di Caillebotte. Ma senza alcun riferimento. È solo che mi piace quel quadro.
Cosa attira la sua attenzione quando visita una nuova città?
La gente.
L’oggetto che ha cambiato di più la sua quotidianità?
Il computer.
Cosa le piace fare quando piove?
Camminare. Anche senza ombrello, se non temessi di ammalarmi.
Se avesse una macchina del tempo, in che periodo andrebbe? Chi vorrebbe incontrare?
Mi basterebbe andare dietro di una decina d’anni. Giusto per impedirmi alcuni errori che ho fatto.
Cosa voleva fare a 18 anni?
Il chitarrista rock.
Ha il potere assoluto per un giorno: la prima cosa che fa
Il chitarrista rock.
Un posto dove vorrebbe andare?
Los Angeles.
Il posto più bello deve le è capitato di andare.
Quello che mi si è presentato davanti senza che me lo aspettassi.
Elogio della parola più importante, citazione della parola più odiata
Non ho una parola preferita. Quella più odiata sì: “Attimino”.
La cosa più importante che ha imparato
Che per parlare di qualunque cosa bisogna viverla.
Il suo più grande fallimento? Il suo più grande successo?
Mi servirebbero un paio d’anni di analisi per rispondere a questa domanda.
L’oggetto a cui tiene di più?
Un pupazzetto dell’Uomo Ragno con il costume di cotone che conservo da quasi quarant’anni.
Il luogo ideale per sviluppare la sua creatività
L’aria aperta.
Mail o telefono? BlackBerry o iPhone? E per leggere? Carta o tablet?
Sia mail che telefono. Iphone. Carta.
Social network o social senza network?
La seconda.
Se ha o avesse un profilo su Facebook cosa scriverebbe di sé alle voci orientamento politico e religioso?
Non ho un profilo su Facebook e se l’avessi salterei quella voce perché non mi andrebbe di raccontare i fatti miei in giro.
La cosa più divertente che ha letto in rete sulla sua persona
Malinconico (che poi è il protagonista dei miei ultimi due romanzi) è l’uomo che sposerei non una ma due volte, sbagliando tutt’e due.
La frase preferita da portare su una t-shirt
Cazzo guardi?
Il personaggio politico da cui si sente maggiormente rappresentato in questo momento?
Giorgio Napolitano.
Va o resta?
Dipende da chi m’invita.
Chi è
L’inventore di Vincenzo Malinconico, Diego De Silva è scrittore, giornalista e sceneggiatore. Il suo ultimo film Gorbaciov, presentato a Venezia e scritto a quattro mani con il regista Stefano Incerti è la storia di un contabile del carcere di Poggioreale, soprannominato Gorbaciov per via di una macchia scura sulla fronte che ricorda quella dell’ex premier russo. De Silva ha pubblicato diversi libri tra i quali il romanzo Certi bambini (Einaudi 2001), premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi, con la sceneggiatura firmata a quattro mani con Marcello Fois. Sempre presso Einaudi sono usciti i romanzi La donna di scorta, Voglio guardare, Da un’altra carne e Non avevo capito niente (2007, Premio Napoli, finalista al premio Strega). Del 2010 il suo nuovo romanzo, Mia suocera beve, con protagonista Vincenzo Malinconico, già al centro di Non avevo capito niente