A Fotografia Europea 2016, i libri fotografici raccontano l’ignoto, il viaggio, l’esotico

“Più di così non possiamo avvicinarci”: un titolo estremamente evocativo, quello di questo progetto espositivo curato da Ilaria Campioli che mette in mostra ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia (fino al 10 luglio) una serie selezionata di libri fotografici. La mostra è una delle tappe di Fotografia Europea 2016 che mira a raccontare il legame che collega esplorazioni, territori, geografie e fotografie.
Non è infatti un caso che la fotografia, sin dai suoi albori la fotografia è strettamente legata all’esplorazione e alla conoscenza del territorio. Sviluppatasi all’interno del fervore vittoriano per la classificazione, la collezione e la conoscenza, la fotografia accompagna le esplorazioni geografiche, le spedizioni archeologiche ed i viaggi già dal 1850. In un periodo caratterizzato da forti cambiamenti ed espansioni, grandi invenzioni come la nave a vapore, la ferrovia e il telegrafo rendono il mondo più accessibile. La fotografia contribuisce a rendere questo mondo più familiare. Affiancando esploratori, archeologi e capitani nelle loro imprese di conquista, le fotografie e i libri fotografici di quegli anni contribuiscono a creare e a rafforzare una geografia immaginaria dei luoghi, modellando la nostra percezione dello spazio e del tempo. I libri fotografici in mostra utilizzano la stessa struttura narrativa e visuale cara alle esplorazioni del XIX e XX secolo per riflettere sulle complesse relazioni fra scoperta, viaggio e conquista. Ma non solo, evocando i modelli cari alla fotografia di quegli anni, i libri scelti ci interrogano rispetto al nostro rapporto con l’ignoto, il viaggio, l’esotico e ciò che ci è familiare, accompagnandoci in un viaggio attraverso i luoghi e gli oggetti ritratti, ma anche all’interno del medium stesso.