chi ha paura del futuro?

Il neo iscritto al Partito Democratico Carlo Calenda racconta di un suo scambio di opinioni con Matteo Renzi sul rapporto tra paura e futuro. Per il ministro allo Sviluppo economico non bisogna essere buonisti con il futuro. La paura è legittima, non sappiamo cosa ci porterà il domani, l’innovazione non è sempre sinonimo di entusiasmo. Il futuro semmai è sinonimo di un gigantesco boh.

Ricordo vecchie discussioni con Emanuele Pirella sull’uso della parola “futuro” in comunicazione. Non la usare, mi diceva. È una parola pericolosa, priva di significato, non serve a spiegare le idee, non serve a vendere prodotti, crea angoscia perché è sinonimo di ignoto.

Ne parlo con Marco Ferri (ci siamo conosciuti proprio nello studio di Pirella un sacco di anni fa). Anche per lui l’idea politica del futuro è una pericolosa suggestione, è un rimandare a settembre. Mi ricorda che il “sol dell’avvenire” è stata una suggestione molto più affascinante.

Di sicuro Matteo Renzi non ha mai incontrato Emanuele Pirella e non ha mai aspettato il sorgere del “sol dell’avvenire”. Ma tant’è.