
ciao John,
volevo chiederti una cosa. Non ho mai capito come mai ti hanno chiamato Arturo di nome e Bandini di cognome. Lo so non è colpa tua. Questione di destino. Appena hai potuto rimediare lo hai fatto.
Che nome strano Arturo, già fuori moda ai tuoi tempi, e poi quel cognome italiano così antico, così di provincia, uno di quei cognomi con cui si gioca a briscola nei bar dove servono la spuma.
Dovevi uscirne. E ne sei uscito.
Magari non lo sai ma dalle mie parti “fante” è sinonimo di ragazzo un po’ cazzone. Ma tu non venivi dalle mie parti.
Eri un tipo di rottura. Uno che a briscola non ci avrebbe mai giocato.
Immigrato, arrabbiato, attaccabrighe, sognatore, ribelle, megalomane, sprezzante e sempre lì pronto a discutere con tutti e di tutto. Non ti andava bene nulla. Non eri un eroe, eri decisamente uno stronzo. Che bisogno avevi di un alter ego. C’era già il tuo di ego.
Ci hai messo poco a capire che non potevi resistere lì dove ti avevano portato il destino e gli spermatozoi di tuo padre (non vi siete mai capiti, lo so). Così sei andato subito a Los Angeles. Volevi scrivere senza nemmeno sapere di poterlo e saperlo fare.
Che testa che avevi! Ma eri nella città degli angeli, potevi fare tutto. Scrivere e morire. E potevi farlo nello stesso tempo. “Chiedi alla polvere”, che bel titolo. Una roba che a Springsteen è piaciuta moltissimo. Polvere, diavoli, sogni e promesse. Sembra di ascoltare Thunder Road. Invece è un romanzo, il tuo romanzo.
Te lo ricordi quando hai incontrato Bukowski che voleva scrivere a tutti i costi la prefazione per la prima ristampa? Mica potevi bere come lui quel pomeriggio, avevi già il diabete, eppure lui ti diceva “sei il migliore scrittore che abbia mai letto” e “il narratore più maledetto d’America”.
Ehi! il migliore d’America. Nella tua Lucania che ti aveva dato quel cognome da giocatore di briscola si sono accorti di te solo qualche anno fa! Ma ti rendi conto? Quando te ne sei andato il vecchio Bukowski ha detto “Fante era il mio Dio”.
Eri felice quando scrivevi Arturo, pardon John. Il dio della letteratura ti ha portato via la luce dagli occhi e le gambe per camminare, ma le tue domande non si sono mai fermate
Oggi in questa giornata calda anch’io ho molte domande. Le chiederò alla polvere.