Tutta la sostenibilità di un Gemello Digitale

Digital Twins

Un Digital Twin, o Gemello Digitale, prevede la creazione computerizzata di copie digitali di oggetti, macchine, sistemi complessi come intere città per sperimentare soluzioni e trovare la migliore da portare nel mondo reale.

Se fossero applicati nei diversi settori produttivi e tecnologici, i Digital Twin darebbero dei risultati promettenti: il PIL italiano registrerebbe un incremento strutturale di 12 miliardi di euro (+0,7%), grazie a un aumento della produttività del 4,5% del settore manifatturiero. E ci sarebbero vantaggi anche per l’Ambiente con l’abbattimento delle emissioni di CO2 di 30,4 milioni di tonnellate di gas serra (-7,3% sul 2021, il valore di tutte le emissioni agricole del nostro Paese) e con la riduzione dei costi della bolletta energetica tra il 15,9 e il 33,1%.

È la stima dello studio Digital Twins for the Twin Transitions, realizzato da Atos Italia e The European House-Ambrosetti per quantificare quale sarà l’impatto dei Digital Twin, i gemelli digitali, negli scenari economici e sociali dell’Italia di oggi e di domani. Una frontiera, quella delle copie interattive e predittive di oggetti e sistemi complessi, ritenuta di “grande valore industriale”.

Realizzare modelli digitali di sistemi reali, riprodurne le caratteristiche esatte per ottimizzarne i processi, ridurne gli sprechi, aumentarne la produttività sono applicazioni concrete che già oggi trovano larga diffusione nei settori industriali italiani, con potenzialità ancora in buona parte inesplorate, dicono Atos Italia e The European House-Ambrosetti. “Come ha efficacemente dimostrato la ricerca, l’Italia si trova oggi in possesso di un importante know-how nell’ambito del Digital Twin ma, al contempo, non è in grado di sfruttare che una piccola parte delle sue potenzialità, sia in termini di valore aggiunto che in termini di benefici ambientali”, ha spiegato Giuseppe Di Franco, Presidente e Amministratore Delegato di Atos Italia.

I gemelli digitali diventeranno presto centrali anche per lo sviluppo delle smart cities. L’Unione Europea ne è talmente convinta che sta finanziando soluzioni per favorire il processo di trasformazione delle città in funzione dei big data, dell’intelligenza artificiale, del cloud, del 5G e dello IoT. Un incremento nell’uso di queste tecnologie può infatti rendere più efficiente la gestione dei nostri centri urbani, producendo un significativo miglioramento nella qualità della vita dei suoi abitanti. Il recente bando UE da 7,5 milioni di euro, che si è chiuso il 23 gennaio scorso, è stato pensato proprio per agevolare la transizione digitale delle comunità europee in questa direzione.

A livello urbano il progetto più avanzato è quello di Singapore, una città stato in cui vivono oltre cinque milioni di abitanti su una superficie di circa 800 chilometri quadrati. La città ha già realizzato un modello fatto partendo da oltre 160mila immagini aeree, a cui ha sovrapposto miliardi di dati che occupano più di 100 terabytes. Per ora il modello viene utilizzato per capire l’impatto su vari livelli di ogni nuovo edificio ma il futuro potrà essere quello che si sta studiando nella città tedesca di Stoccarda dove, in collaborazione con Hexagon e Fujitsu, si sta creando una piattaforma digitale identica alla città. Con l’obiettivo di analizzare i dati dei sensori IoT in tutta la città per aumentare la sostenibilità e la qualità della vita dei sui 600.000 residenti andando ad adottare direttamente la soluzione migliore per ogni problema attraverso la sperimentazione delle varie ipotesi sul modello digitale collegato.