Levanto Music Festival 2024. Dal klezmer al jazz attraverso la Transilvania

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In un luogo carico di storia civile, sta per arrivare una band a metà tra il jazz e il klezmer arricchita da un virtuoso del cimbalom, antico strumento a corde che richiama alla mente il leggendario tema del film Il terzo uomo. Domenica 25 agosto, alle ore 21.30, presso la Loggia Medioevale di Piazza del Popolo, a Levanto, sarà in scena la felice commistione fra l’italiana Ziganoff Jazzmer Band e l’ungherese Kalman Balogh.

La tredicesima serata della trentatreesima edizione del Levanto Music Festival – Amfiteatrof, la rassegna musicale organizzata da Officine del Levante e dedicata al violoncellista Massimo Amfiteatrof, di cui MEMO è media partner, che si svolgerà a Levanto fino al 28 agosto 2024, si intitola Dal klezmer al jazz lungo le vie della Transilvania e si svolge in collaborazione con il Festival di Trento.

Fondata nel 2009 dall’etnomusicologo Renato Morelli e costituita da musicisti trentini e sudtirolesi, la Ziganoff Jazzmer Band è una delle poche formazioni a livello internazionale che si dedica sistematicamente alla ricerca dei legami perduti fra la musica klezmer, il primo jazz e lo swing zingaro manouche, attraverso arrangiamenti originali.
Oltre che dal fondatore Renato Morelli (fisarmonica, chitarra), la band è composta da Rossana Caldini (violino), Gigi Grata (tuba, sousaphone), Michele Ometto (chitarra), Christian Stanchina (tromba, flicorno soprano) e Fiorenzo Zeni (sax soprano, clarinetto).

In occasione del tour estivo, di cui Levanto è una delle tappe, la band presenterà un ospite davvero speciale: l’ungherese Kalman Balogh, grande virtuoso di cimbalom. Nato nel 1959, è un musicista che proviene da una famosa famiglia di musicisti zingari ungheresi. Attualmente è titolare della cattedra di cimbalom presso l’Accademia Ferenc Liszt di Budapest e vanta notevoli collaborazioni con varie formazioni europee. Finora ha pubblicato 14 cd, partecipando a numerosi concerti nei festival musicali più prestigiosi. Per la sua grande versatilità e abilità riesce a suonare anche con formazioni distanti anni luce fra di loro, passando dalle orchestrine zingare della Transilvania alle grandi orchestre sinfoniche di musica classica, fino a gruppi barocchi con strumenti storici.

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Il suo è uno strumento altrettanto speciale. “Il cimbalom è uno strumento molto antico, presente in diverse tradizioni musicali con varianti specifiche – spiega Renato Morelli in un videomessaggio -. Per esempio, nella tradizione italiana è conosciuto come salterio. Uno strumento di grandi dimensioni con corde suonate a percussione grazie a martelletti, come per il vibrafono. Per certi aspetti può essere considerato l’antesignano del pianoforte. Nel pianoforte abbiamo i tasti che azionano i martelletti che a loro volta percuotono le corde dell’arpa. In sostanza il cimbalom è un pianoforte senza tastiera, in cui i martelletti sono tenuti in mano e azionati direttamente dal musicista. Nelle mani esperte di Kalman Balogh, il cimbalom riesce a guidare una band sia armonicamente che melodicamente, dettando la melodia.”

Ma che cosa vedremo, nello specifico, nel corso della serata di domenica? Ce lo racconta lo stesso Renato Morelli in una nota.

“Un inedito incrocio fra il jazzmer della band Ziganoff e il gipsy jazz del leggendario Kalman Balogh, il più celebre e autorevole virtuoso ungherese di cimbalom.
Un itinerario musicale che, partendo dalla Transilvania e attraversando la route tzigane, riscoprirà i legami perduti fra antiche melodie dell’Europa centro-orientale e il jazz delle origini.
Un’originale contaminazione fra standard jazzistici del primo dixieland e gli stilemi dei Klezmorin (suonatori ebrei itineranti attraverso territori e lingue di tre imperi: austro-ungarico, zarista, ottomano).
Un singolare incontro fra due mondi musicali diversi che riusciranno a fondersi in un’unica proposta musicale culturale attraverso la mediazione della grande tradizione musicale zingara ungherese.
Un intrigante fil rouge in grado di legare in crescendo l’early jazz e lo swing manouche con i repertori musicali popolari di quelle comunità ebraico-zingare dell’Europa centro-orientale che facevano parte un tempo della stessa area culturale, molto variegata ma per certi aspetti omogenea, qual era l’impero austro-ungarico.
Uno stimolante viaggio musicale nel tempo e nella storia, che arricchirà la riflessione sulla varietà e complessità delle nostre stesse radici.”

La splendida cornice della Loggia Medioevale, che di storia ne ha vissuta tanta da essere insignita dall’UNESCO del titolo di “monumento testimone di cultura e di pace“, renderà l’evento ancora più suggestivo.

L’ingresso è libero e gratuito, come per tutti gli appuntamenti in programma. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del Levanto Music Festival – Amfiteatrof.
Per maggiori dettagli, è disponibile la scheda del concerto sul sito della rassegna.