Appartengo ai libri che ho letto

Appartengo

Appartengo a una generazione che considerava il leggere una conquista. Leggevo quando ancora i libri non li compravo. Facevo l’abbonamento nella biblioteca pubblica dove trovavo una risposta a tutti i miei desideri. E più i libri erano consumati più mi affascinava sapere di aver letto frasi che altri occhi avevano letto prima di me. Poi ho iniziato a comprarli. In edizione economica. E la conquista era ancora più consapevole, desiderata, ricercata. Poi i libri hanno iniziato a mandarmeli per lavoro. Un flusso ininterrotto di copertine, titoli, novità, ristampe, strenne. Di qualsiasi autore ricordo perfettamente la copertina e l’editore. Interrogatemi e vi sorprenderò.

Appartengo a una generazione che non usciva mai di casa per prendere un treno, un aereo, l’autobus o la metro senza avere un libro da leggere. Il tempo del viaggio è sempre stato un tempo di lettura. Per tanti anni ho fatto la spola tra Roma e La Spezia in treno, quattro ore, sufficienti a leggere circa 140 pagine. E sono stati viaggi bellissimi.

Appartengo a una generazione che ha sempre considerato l’aspettare, in qualsiasi luogo, dall’ambulatorio medico a una panchina del parco, alle udienze scolastiche dei figli, il tempo ideale per leggere.

Appartengo a una generazione che ha sempre sbirciato le librerie delle case dove sono stato invitato a cena o solo per una visita di cortesia. I libri nelle librerie raccontano prima di tutto la storia di chi abita in quella casa. E le storie mi sono sempre piaciute.

Appartengo a una generazione che se incontra una bancarella di libri usati si ferma e si mette a cercare. E di solito trova sempre qualcosa da prendere.

Appartengo a una generazione che alcuni libri li ha ricomprati solo per il piacere di rileggerli e che molti libri li ha regalati solo per condividere qualcosa di bello con le persone a cui ho voluto bene. Perché alle persone a cui vuoi bene regali un po’ di te. Non regalate libri che pensate possano piacere al destinatario del dono. Regalate libri che piacciono a voi. Valgono doppio.

Appartengo a una generazione che ha sempre considerato il leggere un atto di libertà. E la libertà non bisogna rinunciare. Mai.

Appartengo a una generazione che dopo aver salutato e chiesto come stai, agli amici ha sempre fatto la stessa domanda: che libro stai leggendo ora?

Appartengo a una generazione che i libri non si buttano via. Al massimo si regalano. Ho sempre avuto a casa mia una pila di libri vicini alla porta di ingresso a disposizione dei miei ospiti. Se volevano portarsi via qualcosa, in quella pila potevano prendere quello che volevano.

Appartengo a una generazione che ha prestato molti libri che poi non sono mai tornati indietro. E maledetto il giorno in cui li ho prestati!

Appartengo a una generazione che ha imparato a usare lo smartphone, il kindle, l’Ipad ma che considera l’oggetto libro tecnologicamente superiore a qualsiasi altra diavoleria inventata per leggere. Funziona anche senza pile ed energia elettrica.