Max Manfredi: “Non sono mai diventato un virtuoso, ma un vizioso dello strumento”

Max

A partire da quest’anno, MEMO è media partner del Levanto Music Festival – Amfiteatrof, la rassegna musicale dedicata al violoncellista Massimo Amfiteatrof che si svolgerà a Levanto dal 2 luglio al 12 settembre 2021. Abbiamo chiesto ai musicisti che prenderanno parte al Festival di rispondere alle domande del nostro questionario musicale #IoSonoMusica.
Pubblichiamo le risposte del cantautore e chitarrista Max Manfredi, che si esibirà il 5 agosto accompagnato dalla band Esperanto e dalla violinista Alice Nappi nel concerto Intorno a Max.

Io la Musica son, ch’ai dolci accenti Sò far tranquillo ogni turbato core, Et hor di nobil ira, et hor d’Amore Poss’infiammar le più gelate menti.

Striggio – Monteverdi

Come è entrata la musica nella sua vita?
Da qualche spiraglio, dalla finestra aperta come entra un gatto o un uccello, da qualche ingresso secondario preferito rispetto a quello principale per divertirsi.

Il primo incontro con il suo strumento.
Avevo sette anni. Non ho mai studiato la chitarra, ma l’ho sempre suonata. Così non sono mai diventato un virtuoso, ma per lungo periodo, un vizioso dello strumento.

Come racconta il rapporto anche fisico con la musica e lo strumento che suona?
Direi che dipende dallo strumento. Mi sono trovato a suonare splendide chitarre non mie, occasionali, o chitarre mie che non mi convincevano del tutto. Ma per un chitarrista non “classico”, che suona spesso strumenti amplificati, il rapporto col suono passa anche attraverso le capacità del fonico.

Se il rapporto con la propria chitarra è d’amore, col fonico diventa un triangolo.

Le esperienze musicali più belle. Da raccontare e ricordare.
Ne racconto due: quando a nove anni suonai e cantai, in una festa campestre della scuola tedesca, un Lied giovanile di Mozart su testo di Goethe. E quando registrai una mia canzone con Fabrizio De André, in un bello studio di Acquapendente, dove anche si pranzava e si cenava.
La prima da ascoltatore. Fred Buscaglione e una collana di quarantacinque giri di musica classica vari.
La seconda da musicista. Allora una terza: la prima volta che fui invitato da Amilcare Rambaldi a cantare alla rassegna Tenco.

Il suo sogno (realizzabile) nel cassetto.
Faustus, mia riscrittura da Marlowe e Spies, oratorio teatrale con musiche originali, da rifare e limare e rimettere in scena come si deve. Un’ossessione fin dai tempi della scuola.

A cosa serve la musica?

La musica è autonoma, ma può prestarsi a sposalizi (col verbo e con l’immagine) o a funzionalizzazioni (basta pensare agli inni o alla musica da ballo). Può servire al rito, anzi, plasmarlo, alla contemplazione, anzi, anche devastarla, può accompagnare le meditazioni così come i banchetti. Propiziare l’amore o desiderarlo, o rimpiangerlo. Chiamare a raccolta i combattenti o consolare i solitari. È concreta e capace di astrazioni matematiche.

La definizione di Striggio e Monteverdi è limitata, ma non ingenua; e detta con stile.

Max Manfredi è nato a Genova nel 1956. È durante il periodo scolastico e universitario che intraprende il suo percorso artistico, sia in campo teatrale, come attore e regista di compagnie filodrammatiche, sia come musicista, dedicandosi alla musica folk con il gruppo Quelli di Villa Bell’Eri. Nel 1985 viene invitato da Amilcare Rambaldi al Premio Tenco, come artista emergente.
Nel 1990 pubblica, nella collana Cantare in italiano curata da Edoardo De Angelis, il suo primo album, dal titolo Le parole del gatto, con cui si aggiudica la Targa Tenco. Nello stesso anno vince la prima edizione del Premio Città di Recanati. Nel 1994 esce la seconda opera discografica, Max, con la partecipazione di Fabrizio De André che duetta ne La fiera della Maddalena. Nel 1997 riceve dalla Regione Liguria il premio come “capostipite della nuova generazione dei cantautori genovesi” e presenta al Teatro Modena di Genova il concerto-spettacolo La leggenda del Santo Cantautore.
Dal 2000 Max Manfredi svolge vari concerti anche all’estero, a partire da Saint-Malo, Monaco e Berlino. Nel maggio 2001 pubblica un terzo CD, L’intagliatore di santi. Nel 2004 esce il CD Live in Blu, registrato dal vivo al Teatro Blu di Milano il 28 giugno. Nel novembre 2007 è nuovamente ospite del Premio Tenco, dove presenta l’inedita Il regno delle fate.
Tra maggio e luglio 2008, Manfredi registra l’album Luna persa, che nel 2009 vince la Targa Tenco come miglior disco dell’annata. Fra l’estate 2013 e gli inizi del 2014 Max lavora al progetto musicale Dremong: l’album esce il 1º settembre 2014 per Gutenberg Music e Caligola Records.