Che paura il romanzo dell’Europa che sarà

Ecco un romanzo dove i personaggi e i fatti descritti si riferiscono esplicitamente a personaggi e fatti non ancora esistiti, ma che presto potrebbero fare la loro comparsa sulla scena politica europea. Il Candidato (Il Seme Bianco, Gruppo LIT) del sociologo Carlo Zamburlin è un romanzo “sociologico-fantascientifico” che, usando lo strumento narrativo della fantapolitica, racconta le nostre ansie e le paure più ricorrenti, estremizzandole e proiettandole nel nostro prossimo futuro. Racconta le elezioni per il governo degli Stati Uniti d’Europa dell’anno 2039, quando le forze conservatrici cattoliche saranno vincenti e unite nel ristrutturare una società fondata sui valori e sulle radici cristiane. Un ospite inatteso, però, darà la forza al candidato del Partito Razionalista Europeo, unica alternativa al Partito Cristiano Conservatore, per affrontare la campagna elettorale e il temibile organo istituzionale denominato “Osservatorio dei Doveri Morali”. Non c’è il Covid, ma molto altro. E se possibile fa ancora più paura.
Per gentile concessione dell’autore e del suo editore pubblichiamo la prefazione che contestualizza e storicizza l’Europa prossima futura.
La cronaca del nostro tempo che verrà. Forse.
di Carlo Zamburlin
Oggi, giovedì 9 giugno 2039, inizia la campagna elettorale del Partito Razionalista Europeo per l’elezione del nuovo governo degli Stati Uniti d’Europa.
Da troppo tempo le plumbee nubi della reazione incombono sia sul mondo occidentale che orientale e l’Europa, soprattutto negli anni venti del terzo millennio, ne è testimone. In ogni Stato crescono incessantemente i partiti conservatori, in particolare quelli di estrazione cristiana, che affermano quanto le crisi economico-finanziarie siano innanzi tutto dovute ad un deterioramento dei valori, ad una diffusa carenza di moralità.
Questi partiti, negli anni, si consolidano e articolano un vero e proprio programma politico, improntato sul recupero delle tradizioni cristiane, sulla conservazione di usi e costumi storicamente affermatisi sul territorio, sulla salvaguardia dell’economia locale e dei confini, oltre che sulla necessità di riformare le fondamenta stesse dell’Unione Europea in direzione sovranista.
L’Inghilterra esce dall’Europa dopo anni di compromessi e lotte intestine, ma piomba in una grave recessione economica, che ne cambia per sempre il volto e il tessuto industriale, estromettendola di fatto dalla cerchia dei paesi più potenti e influenti della Terra.
Dopo le elezioni europee del 2014 e del 2019 i partiti nazionalisti assumono sempre maggiore peso politico e sociale in quanto, offrendo soluzioni immediate, incanalano le tensioni della popolazione, le paure e i malcontenti derivanti dalla crescente immigrazione, dalle politiche di austerità, dalle pandemie e dall’assenza di certezze istituzionali.
La maggioranza della popolazione europea, ammorbata da un diffuso senso di inadeguatezza, si abbandona tra le braccia forti dell’ala politica più estrema.
Nelle elezioni del 2029 tutti i partiti europei della destra conservatrice, uniti in un’unica grande coalizione, vincono le elezioni e governano per i successivi cinque anni, rivedendo molte direttive dell’unione secondo la logica della nuova forza di governo. Da subito si impegnano per mettere un freno all’abisso morale che si è venuto a creare nella società: nelle scuole vengono aumentate le ore di Religione e la stessa diviene materia di esame; sono rivisti i programmi di studio e la “Condotta” è considerata fondamentale per una proficua partecipazione alla vita scolastica. A salvaguardia della famiglia tradizionale si vietano il divorzio, le unioni e i matrimoni gay. Sono banditi l’aborto, l’eutanasia, il consumo di ogni genere di droga e si demonizzano i comportamenti non consoni alle regole del Cristianesimo.
Il problema dell’immigrazione clandestina viene drasticamente risolto con la chiusura fisica di ogni accesso ai confini europei e con il rimpatrio di tutti coloro che non hanno un regolare permesso. Aumentano le forze dell’ordine, a cui sono conferiti maggiori poteri, soprattutto nella gestione delle “banlieues”, le periferie delle grandi città che, abitate da disillusi senza prospettive, rappresentano un costante pericolo per la stabilità del governo e il consenso del popolo.
L’Unione Europea dunque, secondo quanto deciso e votato in Parlamento, è cambiata, trasformandosi in una nuova realtà geopolitica: gli “Stati Uniti d’Europa”.

Carlo Zamburlin
Il leitmotiv unico e ossessivo del nuovo assetto istituzionale è chiaro: riappropriarsi delle radici cristiane, isolando i diversi, siano essi soggetti borderline, musulmani o minoranze di altro genere.
Gli Stati Uniti d’Europa prendono ufficialmente vita a partire dalle successive elezioni, quelle del 16 maggio 2034, che vedono il Partito Cristiano Conservatore vincere con un consenso del 57%. Il nuovo sistema elettorale prevede una soglia di sbarramento molto alta, il 10%, così che solo i partiti rappresentativi e influenti possano determinare le scelte di governo. Gli unici a superare tale limite sono i Socialisti Europei, con il 29%, percentuale ovviamente troppo bassa per contare qualcosa in Parlamento, visto anche il peso del premio di maggioranza previsto per il primo partito.
Subito cambiano alcune regole: viene scelto il tedesco quale lingua ufficiale, anche se ogni stato federale può mantenere la propria come seconda lingua, e la sede del Parlamento è spostata a Berlino, dove si istituiscono due organi rappresentativi: la Camera dei Popoli e la Camera delle Religioni.
Per il resto il nuovo governo non fa altro che confermare quanto era stato decretato e applicato nel precedente quinquennio, barricando ogni possibile innovazione. I programmi scolastici, ad esempio, già ampiamente rivisitati, subiscono ulteriori interventi filocristiani e a tale fine viene data mano libera ad un organo nuovo, denominato S.E.R., cioè “Studiorum Europea Ratio”, apparentemente finalizzato alla ricerca, ma in realtà solo un raffinato strumento per mummificarla.
Un’altra importante riforma messa in atto dal Partito Cristiano Conservatore (P.C.C.) è la creazione di una sorta di Ente che, tramite la sua attività di monitoraggio, indagine e verifica, ha il compito di tutelare e salvaguardare quei valori religiosi e quella moralità cristiana così importanti per la sopravvivenza e la prosperità del popolo europeo. A tale Ente, denominato “Osservatorio dei Doveri Morali”, è conferito il potere di segnalare alle autorità giuridiche competenti tutti quei soggetti che, tramite le loro azioni o la comunicazione del loro pensiero, contribuiscono a minare le fondamenta storico-culturali degli Stati Uniti d’Europa. A livello pratico, tutti coloro che per loro disgrazia vengono inseriti nell’elenco dell’O.D.M. devono difendersi in tribunale, dimostrare la loro estraneità ai reati di deviazione e corruzione morale di cui sono accusati e infine mantenere uno stile di vita corretto nei tre anni successivi, nel corso dei quali sono banditi da ogni carica istituzionale, da ogni attività lavorativa collegata al settore pubblico e da ogni iniziativa organizzata dalla comunità cristiana locale. A questi soggetti è comunque lasciata la possibilità di spostare la propria residenza al di fuori degli Stati Uniti d’Europa.
Come si può immaginare l’Osservatorio si rivela esiziale per gli oppositori.
I dissenzienti, i leaders di movimenti avversi o i rappresentati di altri credo religiosi vengono prima individuati e poi inseriti nell’elenco dell’Osservatorio che, con grande solerzia, ne decreta la fine politica e spesso non solo quella. Molti, rinunciando alle loro attività e affrontando l’ignoto, si trasferiscono fuori dai confini degli Stati Uniti d’Europa, altri sprofondano nei tribunali, soffocati dalla polvere delle toghe.
La paura scoraggia ogni genere di opposizione e riduce la coalizione socialista ad un malinconico fantoccio con vaghe memorie del suo illustre passato.
Ma non tutti hanno smesso di credere in una pluralità politica, in una democrazia equa e giusta e così si fa strada in alcuni imprenditori degli Stati del centro-nord europeo, dell’Olanda in particolare, l’idea di un nuovo partito, composto da individui molto diversi fra loro, poco strutturato e mal finanziato, ma pur sempre un partito, con tante idee, chiaramente antigovernative.
È l’inizio del 2039 e si tratta del Partito Razionalista Europeo che, in netto ritardo organizzativo rispetto al potentissimo P.C.C., si impegna con entusiasmo ed energia a partecipare e, perché no, a vincere le elezioni.

Carlo Zamburlin, Il Candidato, Il Seme Bianco, 2021.