#online: dieci cose che non avresti mai fatto senza il lockdown

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Diciamoci la verità: questo periodo di lockdown ha dato una bella spintarella (o anche prepotente spallata di incoraggiamento) agli italiani per quanto riguarda il loro essere capaci di utilizzare il digitale. Si, in tre mesi abbiamo svoltato, portandoci avanti di un bel po’, facendo – finalmente – online azioni di moto a luogo che ‘prima’ avremmo fatto solo di persona, un po’ per pigrizia mentale, un po’ per poterci lamentare di non avere mai tempo ed essere sempre affannati, un po’ perché alla fine ci faceva piacere fare la fila per le bollette: quattro chiacchiere con il signore prima di noi, senza problemi di distanziamento sociale. Imparare a fare ‘cose’ online adesso, dopo soli tre mesi di non – normalità, è l’assoluta normalità. Ecco la digital top ten della quarantena #online (e guardatevi intorno, perché in giro ci sono anche trend in crescita):

#La spesa. Ovviamente. E però solo nelle prime settimane, perché poi le richieste online non sono state più sostenibili, tutto è crashato, ed è stato necessario andare di persona. E meno male: andare al supermercato è stato per molto tempo l’unico motivo valido per uscire di casa. Comunque le varie app Esselunga ecc. sono da rivedere e potenziare.

#Riunioni di lavoro, vedasi anche alla voce call: personalmente ne sono stata entusiasta, perché questa nuova abitudine ha ‘sdoganato’ la possibilità’ per persone che, come me, hanno una mobilità ridotta, di partecipare invece a meeting ovunque in Italia. Lato negativo? Orario di lavoro deregolamentato con riunioni h 24, e diktat morale di essere sempre in ordine e ben vestiti (però questo ci ha salvato dal tracimamento in tuta sul divano come balene spiaggiate).

#Corsi di aggiornamento: senza perdere tempo e gratuiti!!! Sono stati utilissimi, con la possibilità anche di seguire quel ciclo di incontri che ti sarebbe sempre piaciuto e non sei mai riuscito a seguire sul digital marketing o sulle nuove strategie di comunicazione online, o anche per approfondire temi lontani dal proprio ordinario lavorativo (mindfulness, scrittura creativa,strategie di cross selling).

#Cenare & dintorni: classico online sono stati gli aperitivi social con gli amici alle sette di sera, ciascuno con il suo bicchiere e tutti in chat, online abbiamo ordinato cene stellate e non, online sono state fatte degustazioni virtuali di vini con storytelling dei produttori che hanno raccontato annate e cantine

#Festival e Saloni: tutti trasferiti on line, tutti seguiti da numeri che gli scorsi anni se li sognavano. Sarà stato il fatto che per laboratori talks e presentazioni ci bastava cliccare per avere il proprio posto in prima fila e la sicurezza di poter seguire( ad esempio durante il Salone del Libro Extra) Roberto Saviano, Alessandro Baricco, Lilli Gruber, Massimo Gramellini , Dacia Maraini… così anche è stato per le celebrazioni del 25 aprile e per il classico ‘concertone’ del Primo Maggio.

#Tour virtuali di musei e luoghi storici ed artistici: ecco, qui dobbiamo dirlo, abbiamo fatto bingewatching, perché l’offerta culturale online è stata vastissima. Non ho mai visto così bene e così da vicino gli affreschi della Cappella Sistina, e men che meno le fontane dei giardini di Versailles. Nessuno mi aveva mai spiegato così in dettaglio i giochi di luce creati da Vermeer sulla guancia de la Ragazza con l’orecchino di perla, e invece stavolta….

#Aste: anche queste tutte online, non solo quelle delle ‘solite ‘ case d’arte, ma anche quella di opere di street art partita pochi giorni fa e che durerà fino al 14 giugno, con artiste ‘di strada’ che hanno messo a disposizione alcune loro opere e i cui proventi andranno a finanziare progetti contro la violenza sulle donne

#Fitness: gli italiani non sono mai stati così in forma come durante il lockdown. Tutti i giorni, per tutto il giorno, erano online lezioni di pilates, yoga, kickboxing, ma anche di meditazione e discipline olistiche varie. Tutte seguitissime, non è stato raro durante di una chat con gli amici, sentire qualcuno dire ‘Ora vi lascio, perché ho lezione di pilates’. Salvo poi, dopo la training session, correre a scofanarsi una carbonara. Infatti il peso medio preso da tutti in questo periodo è + 2 chili.

#Presentazioni di libri. Alla faccia della crisi dell’editoria (poi però bisogna vedere se si acquistano copie), l’interesse c’è. È di questi giorni il successone mediatico (anzi social) che ha avuto Linus di Radio Deejay presentando la sua ultima fatica letteraria (‘Fino a quando’, Mondadori) on line: fra presentazione ufficiale e quella ufficiosa (sui social di Deejay) i contatti sono stati circa 30.000. La cifra raggiunta non è male, se si pensa che ad un talk ‘di presenza’ in libreria ci stanno massimo 200 persone…

#Scuola. La didattica online è stata la croce e delizia di questo periodo. Forse uno degli argomenti più dibattuti in era Covid. Se hanno permesso di andare avanti con i programmi e di non perdere l’anno scolastico, le lezioni in diretta streaming hanno anche snaturato il concetto stesso di scuola, il primo ecosistema sociale che un bambino si trova ad affrontare nella sua vita, fatto di rapporti con i compagni e con gli insegnanti, di momenti belli e brutti, di sconforto più buio e di ilarità totale. Una cosa però è certa: i ragazzini nerd non vengono più considerati dai compagni degli sfigati, ma anzi, icone digitali che fanno tendenza.

Insomma, il digitale in lockdown è stato il collante che ci ha permesso di stare ‘distanti ma uniti’ ma anche una concausa fondamentale della ‘sindrome della capanna’: perché uscire dal mio rifugio – prigione se online ho tutto? Ma questa è un’altra storia, che prima o poi vi racconteremo…