Le sette caratteristiche delle città sostenibili secondo GBC Italia

In occasione dell’evento “La cultura delle città sostenibili per la transizione ecologica”, organizzato con il patrocinio di Comune di Roma, Agenda 21 e Roma Servizi per la Mobilità, GBC Italia, associazione nazionale impegnata nella trasformazione del mercato verso edifici che ottimizzano l’utilizzo delle risorse nell’intero ciclo di vita, ha presentato il primo Position paper sulla “Sostenibilità urbana”, una questione sempre più cruciale nella definizione del nostro futuro di vita, in termini di qualità ambientale e benessere sociale.
A fronte di un processo di urbanizzazione sempre più intenso, che vedrà nell’arco dei prossimi trent’anni il 68% della popolazione mondiale vivere in agglomerati urbani sempre più grandi e sempre più complessi, già oggi le città, che occupano soltanto il 2% della massa continentale del pianeta, consumano oltre il 65% dell’energia mondiale e rappresentano oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 prodotte dall’uomo.
“La tendenza all’inurbamento crescente della popolazione mondiale (e di quella italiana, dove secondo quanto riporta il recente rapporto del CMCC il 56% della popolazione vive nei centri urbani), accompagnata da un costante incremento della pressione antropica sulle risorse ambientali e territoriali (fra cui il suolo) e sul clima, portano a individuare proprio nella città il possibile punto di rottura di un precario equilibrio fra insediamento umano e ambiente – spiega il Rapporto – : le temperature in costante crescita e le precipitazioni estreme rischiano di vedere amplificati gli impatti negativi in contesti dove la densità insediativa, la presenza di manufatti, l’assenza di adeguate aree traspiranti e permeabili, costituiscono altrettanti fattori di incremento dei rischi associati al cambiamento climatico.”
Inquadrata la questione, per certi versi decisiva, si tratta di definire che cosa vuol dire città sostenibile e come il traguardo possa essere raggiunto in termini operativi.
Per questo GBC Italia indica quali sono le caratteristiche di sostenibilità dell’ambiente urbano in sette “green rules”, che implicano una rinnovata attenzione alla qualità del progettare e del costruire secondo una visione che coniughi la riduzione dei consumi, la salubrità dei luoghi, la qualità delle relazioni sociali e culturali, e l’uguaglianza di opportunità che da questi fattori discende.
E dunque una città per essere sostenibile, in base alle tre dimensioni ambientale, economica e sociale, deve essere:
1. Carbon neutral: Efficienza energetica, Fonti rinnovabili, Mobilità sostenibile, Low carbon material
2. Basso consumo di risorse: Rifiuti zero, Economia circolare, Consumo di suolo
3. Resiliente: Drenaggio urbano / invarianza idraulica, Verde urbano, Assorbimento CO2 / termoregolazione, Equilibrio fra suolo urbanizzato (consumato) e naturale (permeabile), adeguata capacità sismica
4. Verde: Verde urbano diffuso e accessibile, Cinture verdi periurbane, parchi agricoli, rete ecologica, Parchi urbani e verde di quartiere, Pareti e tetti verdi
5. Salubre: Aria, Acqua, Rumore, Comfort climatico e luminoso
6. Accessibile: Trasporti pubblici, Mobilità dolce e a zero emissioni, Servizi distribuiti / decentrati, Mixité
7. Inclusiva: Servizi sociali, educativi, sanitari, Spazi pubblici e di aggregazione, Opportunità di lavoro, Reti di solidarietà e volontariato, Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e all’amministrazione
Solo corrispondendo a queste caratteristiche, le città possono diventare protagoniste della transizione ecologica, contribuendo in modo decisivo a raggiungere gli obiettivi del Green Deal. D’altra parte la Commissione europea ha dichiarato che “sosterrà la loro trasformazione sistemica verso la neutralità climatica facendo leva, in particolare, sull’innovazione tecnologica, non tecnologica e sociale e sulle nuove soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale»
La città è infatti un sistema “eterotrofo”, che consuma più di quanto produce in termini di energia, cibo, fibre, acqua e altri materiali. E la sua stabilità può essere ricondotta essenzialmente a due distinte proprietà: “la ‘resistenza’, che rappresenta la capacità di un ecosistema di resistere alle perturbazioni (disturbi) e mantenere la sua struttura e le funzioni intatte; e la ‘resilienza’, che rappresenta la capacità di recupero quando il sistema è modificato da una perturbazione.” Il punto è che le due proprietà “sono in generale alternative: ecosistemi caratterizzati da maggiore resistenza agli eventi perturbanti (ad es. gli incendi) impiegano molto tempo a ritornare allo stato iniziale a valle della perturbazione; altri sistemi sono meno resistenti, ovvero più sensibili, ma presentano però buone capacità di recupero a valle dell’evento.”
Proprio nel difficile equilibrio tra resistenza e resilienza dell’ecosistema urbano sta il traguardo della sua sostenibilità, da raggiungere grazie ad una progettazione urbanistica di ampio respiro e prospettive lunghe, all’innovazione tecnologica applicata, alla razionalizzazione dei consumi, alla moltiplicazione delle opportunità di scambio e relazione, che sono poi la cifra distintiva del vivere urbano, nella sua complessità.
“Esperienze come quella di GBC, la maggior associazione al mondo in fatto di edilizia sostenibile, sono a disposizione per affiancare le istituzioni e i governi delle città, grandi e piccole, nella rigenerazione del costruito esistente, del patrimonio storico-testimoniale e dei nuovi insediamenti – ha affermato il Vicepresidente di GBC Italia, Fabrizio Capaccioli, durante la presentazione.
Individuate le caratteristiche sostenibili della città, occorre anche che queste vengano declinate in standard definiti e criteri misurabili, verificabili e certificabili e per questo trasparenti, nell’ambito della destinazione dei fondi resi disponibili dal Next Generation EU.
“L’Italia è uno dei paesi leader nella diffusione dei green building certificati, accettando di misurarci con protocolli internazionali emerge tutta la qualità progettuale e costruttiva delle nostre filiere“ – ha commentato il Presidente di GBC Italia Marco Mari -. Prendendo come riferimento il più diffuso protocollo di certificazione energetico-ambientale nel mondo, il rating LEED, ci si accorge di come l’Italia negli ultimi anni sia rapidamente diventata leader in Europa per i progetti registrati e certificati. Dall’inizio del 2020 l’Italia è in cima alla classifica con 281 nuovi edifici registrati per ottenere la certificazione, a seguire Spagna con 219 e Germania con 79. In Italia il numero complessivo di progetti sostenibili della famiglia LEED-GBC è di oltre 1144 di cui oltre 412 già arrivati a certificazione”.
Stiamo parlando di edifici che naturalmente rappresentano ad oggi l’eccellenza dell’edilizia nel nostro Paese. La vera sfida consisterà nell’impiegare i fondi del PNRR per favorire la diffusione delle buone pratiche della cultura del costruire sostenibile, allargando sempre più la platea del costruito che se ne può concretamente avvalere. Senza nascondersi le difficoltà e la non riducibilità dell’approccio a soli criteri quantitativi, pur importanti: “la città è un ‘oggetto’ ben più complesso di un insieme di edifici, infrastrutture e servizi, e a tale oggetto risulta quanto meno problematico applicare i medesimi criteri analitici, descrittivi e interpretativi che usualmente si utilizzano per gli edifici. Detto in altri termini, una ipotetica città i cui edifici fossero – tutti – certificati secondo un protocollo di sostenibilità edilizia, non necessariamente potrebbe essere considerata una città ‘sostenibile'”.