Con Riccardino arriva il congedo di Andrea Camilleri. E la fine della saga del Commissario Montalbano

Esce domani 16 luglio l’ultimo romanzo postumo di Andrea Camilleri, Riccardino, con protagonista il commissario Salvo Montalbano. Il racconto scritto nel 2005, è stato conservato in cassaforte alla casa editrice Sellerio per tutti questi anni, per espresso desiderio di Camilleri, che voleva che uscisse postumo.
“La fine di Montalbano l’ho già scritta più di 13 anni fa. Recentemente l’ho rimaneggiata dal punto di vista stilistico ma non del contenuto. Montalbano finirà quando finisco io, sarà allora che uscirà l’ultimo libro. Quello che posso dire è che non si tratta tanto di un romanzo, quanto di un metaromanzo dove il Commissario dialoga con me e anche con l’altro Montalbano, quello televisivo”, ha detto Camilleri in una intervista poco prima di morire.
Il metaromanzo – o metanarrazione – è quella forma letteraria nella quale l’autore interviene direttamente nel testo che va componendo, rivolgendosi direttamente al lettore o ai personaggi rivelando loro intenzioni e propositi di se stesso e i motivi di questa intrusione nella storia, sviluppando un rapporto diretto ed esclusivo con il lettore.
Di questo romanzo, il cui titolo provvisorio, “Riccardino“ è poi diventato definitivo, Camilleri ha detto in altre interviste poco altro, ovvero che in quest’ultima storia Montalbano sa che in tv stanno trasmettendo una fiction ispirata alla sua attività di commissario a Vigata, e che questa fiction è tratta dai romanzi di uno scrittore siciliano di nome Andrea Camilleri e che di questa fiction e di questi romanzi, il commissario ne è molto infastidito.
In pratica, ha raccontato Camilleri in varie interviste e incontri pubblici, è capitato che Montalbano abbia narrato una sua indagine ad uno scrittore siciliano, tale Camilleri, che ne ha scritto un libro. Ma tanto, dato che in Italia i libri non li legge nessuno, Montalbano stava tranquillo. Ed è rimasto tranquillo anche quando questo tale Camilleri ha continuato a scrivere altri racconti tratti e romanzati da altre sue indagini.
Senonché è capitato che uno di questi racconti sia poi approdato addirittura sulla prima rete Rai e che abbia avuto un grande successo, al punto di fare altre puntate. “Con questo protagonista, Luca Zingaretti, che manco mi assomiglia” pensa Montalbano quando, con suo sommo disappunto, si rivede in tv ringiovanito di almeno 15 anni, pelato, mentre lui i capelli ce li ha, e senza i suoi eterni baffi.
I lettori di Camilleri e di Montalbano possono immaginare il motivo di questo fastidio, forse per una intrusione nella sua vita che il commissario trova inaccettabile, o forse perché necessariamente un romanzo è per sua natura “romanzato” e dunque non esattamente fedele alla realtà e che questo a Montalbano potrà senz’altro apparire inaccettabile.
Conoscendo il Salvo Montalbano creato da Camilleri, propendiamo per la prima ipotesi. Il commissario è persona schiva, riservata e poco incline alla popolarità e al palcoscenico per cui è facile immaginare che questa cosa del commissario televisivo e della popolarità che ne deriva, mentre magari ad Augello e a Fazio potrà divertire e perché no, lusingare, a Montalbano faccia semplicemente girare i cabasisi.
Fatto sta che, pare, il commissario andrà a cercare spiegazioni sia dallo scrittore siciliano che dall’attore protagonista, probabilmente minimizzando la sua storia come oggetto di valore letterario e cercando di convincere scrittore e attore ad abbandonare la serie e lasciarlo in pace, mentre lo scrittore cercherà di convincerlo che una volta diventato un personaggio letterario e entrato nell’immaginario collettivo, il commissario ha vita a sé e con il vero commissario non c’entra più niente.
Il furore di Montalbano di fronte a questa spiegazione ce lo possiamo immaginare.
“Montalbano è venuto a trovarmi – ha detto Camilleri – pensando di riuscire a convincermi. Ma è cascato male”.
Comunque sia di questo romanzo, anni fa, Repubblica ha rivelato le prime righe. C’è stato un delitto. Un corpo giace riverso su una strada che attraversa una quartiere popoloso. Sui balconi c’è gente affacciata che grida e si passa voce: “C’è un morto, qualcuno ammazzarono”. Arrivano le prime auto della polizia: da una di queste scende il commissario Montalbano, subito riconosciuto dalla gente affacciata. Qualcuno grida: “Il commissario Montalbano arrivò”. E da un altro balcone: “ma cu’, quello d’a televisione?”. “Nonsi, Chiddu vero!”. E a Montalbano girano subito i cabasisi”.